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giovedì 11 aprile 2013

UNA PROPOSTA CONCRETA

Per le aziende in crisi “SOS ECONOMIA ITALIA “propone di istituire i PRESTITI D'ONORE, i PRESTITI di “RINASCITA ECONOMICA” e rifinanziare i FONDI ANTIUSURA

Premessa:
            Sulla stampa locale, nei giorni scorsi, è stata pubblicata con molta enfasi la notizia di un intervento della Regione Veneto da attuarsi in due fasi: un fondo immediatamente finanziato di 4,5 milioni di euro e nel prossimo futuro un fondo di 5,5 milioni di euro. Questi fondi,  previo accordo con alcune banche, porterà ad una erogazione, di 277 milioni di euro sotto forma di prestiti bancari. Tali prestiti potranno essere erogati in lasso di tempo che può andare da 18 a 36 mesi e per importi, per singola azienda dai 25.000 a 500.000 euro, a seconda del settore di attività.
            Questa modalità di erogazione sarà a favore delle aziende e costituirà un  supplemento di garanzie offerto, in primis, da Veneto Sviluppo (la finanziaria della Regione Veneto) e poi da Veneto Confidi che insieme, ad hoc, hanno costituito un raggrupamento temporaneo d'impresa (Veneto Confidi è una partecipata da Neafifi, Cofidi Veneziano, Artigianfidi Vicenza, API Veneto Fidi, Terfidi, Fidimpresa Venezia, Consorzio Regionale Garanzie per artigiani).

            I nuovi provvedimenti della Giunta Regionale Veneta n. 676-1280/2012, si richiamano alla legislazione regionale sui Fondi di Rotazione istituiti presso Veneto Sviluppo S.p.A. nel 2002. Di fatto consistono in un aggiornamento degli interventi previsti già fin dal 2002.  In altre parole, al di là del titolo “misura anticrisi”, il riferimento con la crisi che ci attanaglia dal 2008 è palesemente strumentale, e le misure sopraccitate, ma, soprattutto, e questo è doveroso evidenziarlo, sicuramente non sono destinate alle aziende realmente i crisi.
            Infatti, le domande di prestito, vanno presentate tramite i consorzi fidi o una banca che le gira a Veneto Sviluppo. Di fatto la “bancalizzazione” la decide la banca che dovrà erogare il prestito. Tradotto: i finanziamenti sono destinati a chi ha il rating a posto. In altre parole:  possono essere finanziate solamente le aziende che la banca giudica abbiano sufficienti garanzie di restituzione. Ne consegue che la banca accetterà le domande solo a coloro che i prestiti li possono avere comunque a prescindere dai fondi di rotazione regionali.
            Volendo essere cattivi si può dire che la banca i soldi li da a chi li ha già e la Regione con questo provvedimento, falsamente anticrisi,  da un aiuto concreto alla riduzione del rischio delle banche. Siamo sempre da capo: l’aiuto non lo si da alla imprese ma, come sempre, alle banche.
            Sia chiaro però, e lo vogliamo gridare forte, noi e con noi le imprese siamo d’accordo con quanto attivato dalla Regione tramite Veneto Sviluppo e  ribadiamo che le aziende in crisi sono altra cosa rispetto ai beneficiari individuati dagli attuali fondi di rotazione.
            Le aziende in crisi, di solito, appunto perchè in crisi, possono avere ritardi con il pagamento di contributi e tasse e spesso sono sotto la spada di Damocle di Equitalia. Spesso si possono riscontrare ritardi nel pagamento di mutui e conseguentemente vengono attivate segnalazioni a sofferenza  nel circuito bancario, possono essere incorse in protesti per assegni o altro andati impagati. Tutte queste aziende quando vanno in banca per chiedere di usufruire dei fondi di rotazione, ironicamente definiti anticrisi, si trovano  di fronte a categorici NO a qualsiasi tipo di finanziamento.
            Se si vogliono seriamente aiutare le aziende in crisi bisogna uscire dalla prassi corrente, ad una crisi straordinaria bisogna rispondere con strumenti straordinari. In emergenza, come siamo adesso, bisogna assolutamente rispondere con strumenti di emergenza.
            Rispetto alle regole di Basilea sul sistema bancario, bisogna ottenere, dalla comunità economica europea, una deroga che consenta di riportare la maggior parte delle imprese “in bonis” con i rating stabiliti dai Basilea. Per i non addetti ai lavori le aziende possono essere:
- in bonis: l'azienda non ha problemi di pagamento;
- incagliata: l'azienda ha problemi di pagamento;
- in sofferenza: l'azienda ha problemi di pagamento conclamati per cui può essere soggetta a procedure concorsuali tipo fallimento, liquidazione etc.
Queste deroghe devono essere stabilite in tempi molto rapidi e definite con il supporto di esperti specialisti finaziari.
            Va detto che non si può intervenire, a pioggia, su tutti. Ci sono sicuramente soggetti che, palesemente, non sono in grado di rientrare in corsa e per questi imprenditori devono essere messi in atto strumenti di tutela sociale come si fa per i lavoratori dipendenti con la cassa integrazione. Per chi però ha delle changes di recupero, ribadiamo, ci vogliono idonei strumenti straordinari che finora nessuno ha pensato a nessun livello.

            L’Associazione “SOS ECONOMIA ITALIA” negli ultimi 15 giorni, sul problema del credito, ha organizzato una serie di incontri con singoli imprenditori in crisi e con gruppi di imprenditori in più zone della Provincia.
            Ciò che è emerso con forza è stata la solitudine in cui si trova chi è incappato nel circolo vizioso dei crediti inesigibili delle pubbliche amministrazioni o dei privati per colpa della crisi che comporta ritardi a cascata sul pagamento di rate, contributi, clienti e così via. Stessa cosa per chi ha subito negli ultimi anni  una caduta significativa di ordinativi e di vendite. Tutti i partecipanti hanno affermato che le banche sono impermeabili a qualsiasi richiesta di credito ed insensibili a qualsiasi situazione economica.
            SOS ECONOMIA ITALIA ritiene che le aziende in crisi che dimostrano di poter risalire la china devono essere aiutate con interlocutori che non possono essere le banche, almeno in prima battuta.
            E' necessario che un soggetto terzo, autorevole, esamini la situazione della singola impresa e qualora la si ritenga meritevole di aiuto, la sottoponga ad un percorso di riabilitazione con l'aiuto delle istituzioni: Regione, Ministero dell'economia, ecc.
            Noi individuiamo questo soggetto terzo per il Veneto nelle Camere di Commercio od in Veneto Sviluppo.
            La nostra proposta è semplice: l'azienda in crisi si rivolga alla Camera di Commercio o a Veneto Sviluppo che istruisce la pratica di finanziamento. In caso di esito positivo sia la Regione come il Ministero dell'Economia offre alla banca una garanzia di secondo livello per il 70% del credito erogato. Per il resto vanno bene le modalità adottate per i fondi di rotazione sopracitati. In pratica proponiamo di adottare per le imprese in crisi lo stesso meccanismo adottato dai fondi antiusura.
            Per esigenze di modesta entità: ad esempio fino a 20.000 euro, proponiamo di agire con “prestiti d'onore” sempre garantiti per il 70% dalle istituzioni.
            In casi particolari, quando c'è il rischio che l'imprenditore possa cadere nella rete degli usurai cravattari, l'attivazione dei fondi antiusura può essere la soluzione.

            E' evidente che bisogna intervenire prima che sia troppo tardi. E’ necessario dotare le istituzioni di riferimento dei fondi necessari. Proponiamo che quando si rifinaziano i fondi per la cassa integrazione in deroga, una cifra pari al 10%, sia destinata ad un fondo di garanzia per i fondi antiusura, per i prestiti d'onore e per prestiti di “rinascita economica”.

            SOS ECONOMIA ITALIA si attiverà nei confronti dei parlamentari padovani e veneti in generale, neoeletti e nei confronti dei Consiglieri Regionali della nostra provincia per le iniziative legislative del caso.

                                                                       Il Presidente SOS ECONOMIA ITALIA
                                                                                         (Aladino Lorin)