MANIFESTAZIONE ALLA CAMERA DI COMMERCIO
Intervista ad Aladino LORIN
presidente di SOS ECONOMIA ITALIA
In occasione del
rinnovo del Consiglio Generale della Camera di Commercio di Padova una
pattuglia di aderenti a Confedercontribuenti Veneto ed SOS ECONOMIA ITALIA
hanno manifestato pacificamente nella sala del Consiglio Camerale con cartelli
e slogan che invitavano alla chiusura delle Camere di Commercio o comunque ad
una profonda riforma delle stesse.
Sull'argomento
abbiamo rivolto alcune domande al nostro Presidente Aladino Lorin e qui di
seguito riportiamo anche le risposte.
D.
Non eravate in molti a manifestare. E' forse
perchè non c'è condivisione sulle vostre parole d'ordine?
DI. Con
l'iniziativa ci siamo posti due obiettivi: Evidenziare che la minoranza degli
imprenditori aderenti alle OO.PP. non gode di un consenso unanime e che non è
più accettabile che la Camera di Commercio si comporti come un corpo separato
che distribuisce poltrone agli addetti ai lavori a prescindere dai problemi
reali degli imprenditori che con i loro contributi la mantengono.Per raggiungere questi due obbiettivi, la delegazione di stamane era più che sufficiente.
D.
Perchè parli di minoranza delle OO.PP. ?
DI. Perchè
le OO.PP. a Padova oggi non rappresentano più del 40% degli imprenditori
padovani e noi stamattina ci siamo presentati al Consiglio come una fetta della
maggioranza degli imprenditori (più del 60%)
che dalla gestione della Camera di Commercio si sentono presi per i
fondelli. In altre parole 6 imprenditori padovani su 10 non aderiscono alle
organizzazuioni professionali ma queste si spartiscono il 100% della
rappresentanza ignorando il 60% dei contribuenti.
D.
Voi cosa proponete?
DI. Abbiamo
proposto che le elezioni dei rappresentanti non avvengano più su designazione
delle Organizzazioni di Categoria ma su liste contrapposte e con espressione di
voto: un voto, una azienda. Abbiamo proposto che si voti per via telematica con
la PEC. Ciò costringerebbe i candidati a
dichiarare il programma proposto e gli uomini scelti per realizzarlo e non come
succede ora pescando dai cortigiani più fedeli a prescindere dalla meritocrazia.
Abbiamo anche fatto proposte sul credito per aiutare le tante aziende oggi in
crisi per facilitare loro l'accesso al credito. Vogliamo poi che la gestione
del bilancio camerale, che ricordo proveniente da contributi delle aziende
iscritte, sia più attenta allo sviluppo: innovazione, internazionalizzazione,
filiere e distretti produttivi, ecc. piuttosto che alla pur importante
“certificazione” che fa capo alle attuali Camere di Commercio.
D.
Queste sono proposte. Ma allora perchè chiedete
di chiudere la Camere attuali?
DI. E'
chiaramente una provocazione che parte però da un dato di fatto: le Camere così
come sono, se venissero chiuse, non se
ne accorgerebbe quasi nessuno, certificazioni a parte, naturalmente.
D.
Ma non riuscite ad intendervi con le OO.PP.
Sulle vostre proposte?
DI. Noi
le abbiamo fatte ma al di là di condivisioni a livello personale le
organizzazioni di categoria mi sembrano più interessate a definire la
presidenza, i posti in giunta e le spartizioni conseguenti nelle società
partecipate dalla Camera di Commercio. Oggi la presidenza della Camera di
Commercio vale 5/6000 euro al mese che può successivamente designare altri
posti in consigli di amministrazione con gettoni lusinghieri. Mi sembra che il
massimo interesse sia lì piuttosto che sui modi di superare la crisi in essere.
D.
Cosa vuoi dire? Che siamo in presenza di
un'altra casta?
DI. Tu
la chiami casta, io la chiamo cerchio magico, nel senso che siamo in presenza
di vertrici di Organizzazioni che si dovrebbero occupare del bene comune dei
propri associati ed invece usano il loro potere per sistemare se stessi o gli
amici degli amici. La Camera di Commercio è un esempio vivente di quanto
affermo. E' questo che vogliamo cambiare!