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lunedì 25 novembre 2013

A Padova di chi ci si può fidare?

In relazione alla imminente approvazione del nuovo Piano Casa Regionale del Veneto, sono successe alcune cose che stridono molto agli occhi di noi imprenditori del settore e ci inducono a fare più di una amara riflessione.
La prima considerazione che viene da fare è che la politica della contrapposizione è sempre pronta a far danni, per cui se una proposta viene da una parte politica, viene criticata e osteggiata dall'altra parte, a prescindere dalla bontà della stessa, dai suoi contenuti e nel merito di quanto proposto. 
     La seconda più amara, perchè riguarda quello che succede dentro casa "nostra";
Ferdinando Zilio già Presidente ASCOM di Padova, ora Presidente della Camera di Commercio di Padova e da una settimana circa Presidente di Unioncamere Veneto, scrive: “Stop a nuovi capannoni in Veneto, bisogna usare l'esistente per non consumare ancora territorio. Ottimo lavoro di Ivo Rossi, sindaci di tutti gli schieramenti uniti contro il piano regionale... io sono con loro,  va rivisto”.
     A parte che il disegno di legge sul nuovo piano casa non parla e quindi non prevede nuovi capannoni e che a parte  i sindaci di sinistra e qualche cane sciolto della Lega, la stragrande maggioranza approva le proposte fatte dalla Maggioranza consigliare, è strano che dopo che la maggiore organizzazione degli artigiani, Confartigianato, Confindustria e altre ancora hanno espresso un apprezzamento per il nuovo piano casa, chi li dovrebbe rappresentare nella “CASA DELLE IMPRESE” dice esattamente il contrario.
     A parte le tante coppie e non che aspettano una nuova casa, noi conosciamo molte imprese edili, molti falegnami, molti elettricisti, molti idraulici che aspettano con speranza gli ampliamenti che potranno essere realizzati con il nuovo piano casa. Ci viene spontaneo chiederci se Zilio sia l'uomo giusto per rappresentare il mondo delle imprese produttive del Veneto, oppure se lo stesso,  si muova nella logica di restituire il favore al Ministro Zanonato che, si mormora, lo abbia imposto in Camera di Commercio incurante della rottura che avrebbe provocato tra le alleanze costruite dentro il mondo delle imprese, in primis tra le varie componenti di Rete Imprese Italia e Confndustria.

CONSIDERAZIONI:

     Dopo anni che il mondo delle imprese viene tradito da tutti ad iniziare dal mondo politico, sarebbe davvero triste che adesso scoprisse traditori anche al proprio interno. Peggio ancora se si vendessero gli interessi delle categorie rappresentate in cambio di un paio di poltrone.

giovedì 14 novembre 2013

QUESTIONE DI VITA O DI MORTE

Il direttivo di SOS ECONOMIA ITALIA riunito in seduta straordinaria per valutare il da farsi per fermare i troppi  suicidi di imprenditori a causa della crisi ha approvato l'iniziativa del Presidente che, insieme a Confedercontribuente,  ha sottoscritto un appello alle forze politiche ed alle organizzazioni professionali a fare qualcosa in favore delle imprese e degli imprenditori colpiti dalla crisi.
Per aggredire la situazione con più decisione,  ha dato mandato al Presidente di chiedere al Presidente della Camera di Commercio di Padova Fernando
 Zilio di convocare una serie di incontri con l'obiettivo di proporre alla Regione ed al Governo provvedimenti in grado di fermare la strage in atto.

Si tratta di una questione di vita o di morte:
Il Direttivo ritiene opportuno che Fernando Zilio,  Presidente della casa delle imprese e di conseguenza anche degli imprenditori, convochi, in incontri separati: tutte le associazioni professionali, i rappresentanti di banche e fondazioni bancarie, i rappresentanti dei comuni, provincia e Regione e successivamente con tutti i parlamentari e Consiglieri Regionali padovani con lo scopo di:
1)      individuare le azioni in grado di riportare i livelli di erogazione del credito alle imprese, da parte del sistema bancario, al periodo pre-crisi;
2)      dotare i fondi anti-usura di provviste in grado di consentire alle Istituzioni  territoriali di intervenire nei confronti di imprenditori in crisi
3)      valutare come mondo imprenditoriale l'attivazione di strumenti in grado di aiutare il superamento della crisi in atto salvando il maggior numero di imprese operanti sul territorio padovano
4)      quantificare le risorse che come Governo, Regione e Fondazioni bancarie è possibile immettere nel tessuto produttivo padovano per una inversione di tendenza della crisi che sta strangolando troppe nostre imprese
La nostra proposta nasce dalla presa d'atto che per troppe imprese,  il superamento della crisi in essere, è una questione di vita o di morte e che della drammaticità della crisi non c'è consapevolezza nei palazzi del potere.

     

Convegno Confedercontribuenti: "se le banche sbagliano, pagano?"

Convegno Confedercontribuenti
Albignasego (PD) 9 novembre 2013

Di fronte ad una sala gremita di Villa Obizzi di Albignasego (PD) ha avuto luogo il convegno della Confedercontribuenti sugli abusi bancari. Se ne è stupito anche il sindaco di Albignasego e assessore al lavoro della Provincia di Padova Arch: Massimiliano BARISON. Ha rilevato infatti che riempire una sala alle nove di mattina e di sabato mattina , vuol dire che Confedercontribuenti ha portato all'evidenza un problema fortemente sentito dagli imprenditori e dalle loro famiglie.
L'assessore Barison, portando il suo saluto ha auspicato la riapertura degli osservatori sul credito che erano stati aperti e poi inspiegabilmente chiusi presso le Prefetture.
Un saluto accorato è stato portato anche da don Enrico TORTA parroco di Dese/Mestre che ha evocato una immagine biblica dicendo che il danaro è diventato il “vitello d'oro” del deserto. Ha anche ricordato che l'usura, anche quando è praticata dalle banche, è un fenomeno che sta peggiorando la qualità della vita delle persone e sta portando alla disperazione ed al pianto un numero grande di nostri fratelli.
Alfredo Belluco, Presidente di Confedercontribuenti Veneto, nella sua relazione ricca di esempi sul comportamento usuraio ed applicazione di anatocismo (interessi su interessi) da parte delle banche è arrivato a concludere che una buona parte degli imprenditori “pagano il pizzo” alle banche. Ha anche affermato che a fronte di sofferenze dichiarate dalle banche per 170 miliardi di euro, si calcola che le banche debbano, per usura, anatocismo e danni vari ai propri clienti, oltre 400 miliardi di euro, di cui 40 nel solo Veneto. Sempre secondo Belluco, è singolare che la legge preveda pene da un minimo di 9 anni ad un massimo di 15 in caso di usura praticata dalle banche e che non ci siano condannati nei tribunali italiani anche dopo che in sede civile tribunali della nostra Repubblica abbiano accertato l'usura come nel caso della Cassa Rurale dei Colli Euganei di Lozzo Atestino (PD).
Belluco, visto il numero enorme di conti correnti ed anche mutui gestiti dalle banche violando la legge, ha invitato gli imprenditori e le famiglie a chiedere l'esame gratuito da parte della Confedercontribuenti dei conti correnti. E' l'unico modo per accertare se ci sono irregolarità e per decidere se è il caso di agire o con un tentativo di conciliazione o con una vera e propria azione legale.

Il Presidente di Confedercontribuenti Veneto, riferendosi a quanti dicono che tutti, comprese le banche, siamo sulla stessa barca, ha affermato che ciò è vero ma di fatto noi imprenditori siamo nella stiva a remare ed i bancari e soprattutto i banchieri sono sul ponte a gozzovigliare.