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giovedì 29 maggio 2014

Riflessioni post voto in un Veneto che cambia, visto con gli occhi di un piccolo imprenditore.

Un fatto straordinario; per la prima volta la sinistra è il primo partito in Veneto.
Ma come è avvenuta questa metamorfosi che ha trasformato la regione della "balena bianca in feudo del PD? Da piccolo imprenditore, figlio di imprenditore, nato e vissuto nella regione delle Partite Iva, dove il culto del lavoro quale strumento di crescita e miglioramento personale è sempre stato fondante, dove la proprietà privata è sempre stata il termometro del successo personale e famigliare, quello che è successo domenica scorsa lo trovo inspiegabile.
Ma come, il partito che è stato il garante degli ultimi tre governi che hanno sancito la morte della classe media è stato premiato con un voto massiccio anche da parte delle vittime delle politiche di tali governi. Difficile da capire, ma una analisi è doverosa e quindi cercherò di farla.
Quante e quali possono essere state le cause di quello che è avvenuto?
Effetto Renzi (leader carismatico) sicuramente è una prima risposta, ma non può essere solo questo. Complicità e responsabilità in primis dei partiti del cdx,  che hanno frammentato l’offerta a tutto favore del Pd, che invece, depurato dagli estremismi, si è presentato coeso.
La classe imprenditoriale del Veneto, stremata da una lunga crisi,  è orfana di rappresentanza da anni, in confusione e senza punti di riferimento.
Dopo la delusione Lega e FI prima e Pdl dopo, un anno fa aveva espresso la sua rabbia e frustrazione votando il M5S in massa, ma era stato solo un voto di protesta.
Oggi,  Renzi, grazie ad una grandissima operazione di marketing su larga scala (qualcuno parla di cifre importanti investite e arrivate da fuori confine) si presenta come elemento di stabilità e di prospettiva, con un volto più moderato grazie alle distanze prese dal grande sindacato di riferimento storico della sinistra (CGIL). Insomma il volto gentile della sinistra, distante mille miglia da quei volti seri e austeri dei vecchi leader della sinistra, che impaurivano (quelli che mangiavano i bambini) e mettevano inquietudine. Con Renzi la sinistra ha messo in atto una bella operazione simpatia, e l'ha fatto con successo. 
Ora, la regione che è stata delle Partite Iva, rischia di divenire un feudo della sinistra e se non interverranno fattori nuovi da qui a un anno, ci apprestiamo a consegnare la regione in mano al PD.
Ma il Pd non potrà MAI diventare il partito delle Partite Iva, per ovvi motivi di conflitto di interessi con l’elettorato tradizionale del partito, ossia i dipendenti pubblici.
Diventa quindi paradossale che i “creatori di ricchezza” appoggino un partito che odia e tassa da sempre la proprietà privata; sembra quasi che soffrano di “sindrome di Stoccolma”, ossia ci stiamo innamorando del nostro carnefice. Quindi, cosa fare?
E’ da auspicare in tempi brevissimi che il cdx regionale ritrovi forza, vigore e unità, perchè è inspiegabile, oltre che intollerabile, che dirigenti che sono diventati "grandi" grazie al partito di Berlusconi, ora appoggino il PD tradendo il mandato degli elettori. Soprattutto servirà una nuova identità quale baluardo di difesa della proprietà privata, attraverso una nuova classe dirigente che necessariamente dovrà essere espressione di una forte discontinuità da quella attuale, dimostratasi solo l'espressione degli interessi privati e personali, di dimostrata incapacità di aggregare, incapace di progettare il futuro, ignorante sulle quali fossero le eccellenze da salvaguardare nella nostra Regione; I CREATORI DI RICCHEZZA.
Concludendo, una inversione di tendenza può avvenire solo se ci sarà, da parte dei “Produttori”,  una consapevolezza che il cambiamento può avvenire solo ed esclusivamente da un sobbalzo di partecipazione nella determinazione del proprio futuro e delle proprie sorti.
l'alternativa, la sbandierata speranza di Renzi ci ucciderà!



lunedì 19 maggio 2014

LA CALATA DEI BARBARI DELLA NUOVA FINANZA

SALVIAMO LE ULTIME BANCHE LIBERE DEL NORD PRODUTTIVO!
Per come è stato trattato più di qualche piccolo imprenditore, il commissariamento della Banca Padovana di Credito Cooperativo con sede a Campodarsego, dovrebbe rallegrarci. Non è così!
     Di errori, gli amministratori e la dirigenza della Banca ne hanno fatti molti. I primi per aver accettato l’esproprio delle loro mansioni e del loro ruolo ad opera di direttori tuttofare. I secondi: i direttori, per essersi fatti prendere la mano dai prestiti facili soprattutto, ma non solo, nel settore edilizio.
     Tutti ricordano le richieste di mutuo per acquistare l’appartamento o la villetta. Chiedevi il 100% della spesa, ti davano il 120%. Alla giovane coppia dicevano che era meglio andare sul sicuro e quindi ti riconoscevano un 10% per le spese (notaio, agenzia, ecc.) ed un 10% per gli imprevisti. Chi pensava male commentava: “imprevisti non rendicontabili”.
     Di manica larga sono stati per anni anche i mutui cantiere, i finanziamenti per acquisto terreni edificabili e per urbanizzazioni. Tutto filava liscio. Tutti erano soddisfatti.
STIAMO ANDANDO VERSO IL BARATRO
     E’ arrivata la crisi, molti affidatari hanno perso il posto. Incassare le rate del mutuo casa è diventato per la banca sempre più difficile. Le difficoltà del mondo dell’edilizia hanno via via  reso impossibile rientrare dai mutui cantiere. Quando le vendite di case ed appartamenti si sono praticamente bloccate sono iniziate le sofferenze del mondo imprenditoriale legato all'edilizia.
     Sono iniziate con numeri sempre più impressionanti le revoche dei mutui con conseguenti aste dei beni affidati. I crediti iscritti a bilancio a 100, all'asta hanno portato a realizzi normalmente sotto il 50%. I concordati conseguenti alle recenti procedure prefallimentari hanno portato in genere a recuperi del 20-30% del credito.
     I buchi di bilancio sono aumentati in modo esponenziale. Quelle che sono state le segnalazioni a sofferenza alla centrale rischi per troppi imprenditori ora si stanno trasformando in segnalazioni a sofferenza delle banche con interventi e commissariamenti della Banca d’Italia.
    Di questo passo andiamo dritti verso il baratro. Altro che ripresa!
     La politica del rigore, così come è stata calata nella nostra realtà è stata un disastro per le piccole imprese ed una strage di posti di lavoro. Se non si cambia strada sarà un disastro anche per le “piccole banche”.
L’ATTIVISMO DELLA BANCA D’ITALIA E’ SOSPETTO
     E qui aggiungiamo una considerazione. Da un po’ di tempo a questa parte l’attivismo della Banca d’Italia verso le piccole banche territoriali è quantomeno sospetto.
    Il Monte dei Paschi di Siena ha un buco di una cinquantina di miliardi di euro e la Magistratura e la Banca d’Italia sembrano affette da cateratte croniche e paralisi motoria: nessuno vede e nessuno si muove.
     Le Casse Rurali, le Banche popolari ed altre, vedi Veneto Banca sono sotto la lente d’ingrandimento e generalmente per cifre che rispetto al Monte dei Paschi sono pulviscolo, vengono sanzionate, bloccate, commissariate.
     Ci chiediamo ……… ma, non è che la Banca d’Italia ed i vari ministri del Tesoro/Economia hanno deciso di fare fuori oltre che la piccola  impresa anche le piccole banche in modo da tutelare senza se e senza ma i colossi del credito (S. Paolo, Unicredit, Monte Paschi, altri) da tempo allineati alle più potenti lobby finanziarie mondiali che oltre a comandare a bacchetta i governi stanno ormai mettendo in soffitta la tanto conclamata democrazia?
     I segnali di una calata degli “Attila” finanziari su piccole imprese e banche territoriali ci sono tutti. Notiamo che da tempo gli uomini più rappresentativi del PD e del Centrino post-democristiano si sono fatti strumento della calata dei barbari della nuova finanza.

     Chiediamo alle forze politiche espressione del ceto medio produttivo, se ci sono, di battere un colpo e non farsi soffiare da sotto il naso, per l’ennesima volta, le ultime banche libere del nord produttivo.