Mentre il
commercialista chiama per l’ennesima scadenza con nuove tasse da pagare, il
direttore di banca ti ha appena confermato che il fido è stato ridotto del 30%
ed un paio di RIBA sono tornate impagate, UNIMPRESA in Facebook comunica che a
livello generale il credito a PMI e famiglie è calato di altri 7 miliardi in un
anno. In aggiunta le sofferenze a luglio 2014 hanno raggiunto quota 172,3
miliardi con 32 miliardi in più in un anno. Metà imprese non riescono a pagare
le rate dei propri prestiti per un importo di altri 32 miliardi.
Renzi ha un bel
dire con il suo “state sereni”!
Noi edili quando
“stavamo sereni” sapevamo che i possibili clienti cui vendere l’appartamento o
la mezza bifamiliare potevano contare su mutui del 100% del prezzo di vendita.
Ora il cliente che si rivolge alla banca può contare sul 50-60% del prezzo e la
bancabilità dei compratori viene decisa con parametri (vedi reddito spendibile)
molto più restrittivi. Tradotto se vogliamo fare ripartire il mercato, il
governo deve lasciare nelle tasche dei lavoratori e delle imprese più soldi e
la strada è una sola: RIDURRE LE TASSE. Bisogna rimettere in circolo più soldi
riportando il credito a famiglie ed imprese ai livelli pre crisi.
E’ ovvio che va
tagliata di brutto la spesa pubblica, che ci vuole più flessibilità sul lavoro,
bisogna abbattere la burocrazia, lo Stato deve pagare i propri fornitori come
negli altri paesi europei, ecc. , ma la svolta, se di svolta si vuole parlare,
si fa abbassando drasticamente le tasse e ridando credito/liquidità a famiglie
e imprese.
Per abbassare le
tasse bisogna ridurre la spesa pubblica. Per non parlare per niente Renzi
dovrebbe dire: “ abbassiamo le tasse per 100 miliardi di euro e riduciamo in
egual misura la spesa statale” e dovrebbe indicare dove.
Su 800 miliardi
di euro di spesa pubblica, 100 miliardi sono il 12,5%. Il governo dovrebbe fare
un’operazione equivalente ad una famiglia con due stipendi di 1500 euro mensili
che su 39.000 euro complessivi deve tagliare 4.700 euro. Vorrebbe dire che
quella famiglia deve risparmiare 361 euro al mese.
I tagli sono
indigesti ma il 12% è una percentuale che non ha niente di trascendentale, si
può fare in un solo botto.
Sul credito a
famiglie ed imprese il governo organizzi una tracci abilità dei flussi dalla BCE
alle banche e da queste ai fruitori finali e si accerti che non ci siano incagli
di sorta e nel giro di uno due mesi la liquidità sia sul mercato (nei conti
correnti).
Il resto sono
chiacchiere e l’Italia non può morire di chiacchiere.
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